Uno studio di Animal Ethics osserva come nascono le discipline scientifiche

Uno studio di Animal Ethics osserva come nascono le discipline scientifiche

29 Giu 2021

Quando si abbraccia una causa è necessario acquisire una conoscenza approfondita delle problematiche che si intende denunciare. Grazie alle indagini svolte dagli studiosi è possibile fare molti passi avanti nel raggiungimento di determinati obiettivi. La ricerca accademica e la sua diffusione sono infatti importantissime affinché un argomento ottenga attenzione all’interno di una società. Di conseguenza, la nascita di nuove discipline nel corso della storia è stata fondamentale per l’avanzamento di numerosi studi.

Questo fatto trova riscontro anche nella causa animalista, soprattutto in determinati contesti. Crediamo che esistano le potenzialità per creare nuove branche della scienza in sostegno degli animali, motivo per cui abbiamo condotto uno studio su come sono nate le discipline accademiche legate alle nostre aree di interesse. La ricerca potrà essere utile a chiunque lavori in difesa degli animali, in particolare di quelli che vivono in natura, troppo spesso trascurati.

Nel condurre la ricerca, abbiamo intervistato i maggiori esperti in diverse discipline e studiato i testi a disposizione sull’origine di queste conoscenze, concentrandoci su branche delle scienze naturali che si sono sviluppate negli ultimi anni. Questo studio non va interpretato come un sostegno di Animal Ethics degli obiettivi e dei metodi adottati in questi settori, ma riteniamo che potrebbero esistere delle importanti similitudini con nuove potenziali discipline.

In questa ricerca abbiamo provato a trarre delle lezioni pratiche e concrete in grado di favorire la creazione di future discipline. L’argomento è risultato essere molto complesso, e sarà oltremodo difficile trarre lezioni da quanto accaduto in determinate aree scientifiche per applicarlo ad altre. Tuttavia, crediamo che questa ricerca possa essere utile a chiunque voglia occuparsi della tutela degli animali in un contesto accademico, o a chi voglia aiutare altre persone a farlo.

Questo lavoro è stato possibile grazie al supporto di Animal Charity Evaluators, organizzazione che ha finanziato il progetto attraverso il propio fondo Animal Advocacy Research Fund.

È possibile scaricare lo studio intero qui (di seguito è riportata una sintesi).


Creazione di un’area di ricerca nelle scienze naturali

Sintesi

Contesto

Affinché certe cause raggiungano con successo i propri obiettivi può essere cruciale approfondire la conoscenza dei problemi affrontati da diversi movimenti, compresi quelli che riguardano la difesa degli animali. Non sempre però questa conoscenza è disponibile, e per ottenerla potrebbero essere necessarie nuove ricerche. Rispetto a uno studio indipendente, promuovere lo sviluppo di una nuova disciplina accademica può massimizzare: le risorse disponibili a lungo termine; la qualità e la quantità dei risultati che potrebbero essere prodotti; l’impatto politico della ricerca e la sua capacità di guidare un cambiamento scientifico e normativo. Inoltre, può evitare il rischio che la ricerca venga screditata perché svolta al di fuori della realtà accademica. Questo studio cerca di acquisire una conoscenza maggiore su come nascono le discipline scientifiche, al fine di fornire una guida utile a chi lavora per cause che, sviluppatesi di recente, necessitano di tali approfondimenti.

Obiettivi

Il nostro studio si rivolge sia a chi fa ricerca all’interno del mondo accademico, sia a chi opera esternamente a esso, allo scopo di fornire idee sulle possibili azioni da intraprendere per promuovere la nascita e lo sviluppo di nuove discipline accademiche. Vuole inoltre individuare gli ostacoli che si possono incontrare quando si cerca di creare nuove discipline, scoprire come superarli, e quali errori possono essere commessi nel tentativo di farlo.

Metodologia

Per comprendere meglio questo problema, abbiamo analizzato tre discipline all’interno delle scienze della vita nate relativamente di recente, che incorporano una metodologia empirica ed etica: scienza del benessere animale, biologia della conservazione ed etologia cognitiva. Abbiamo esaminato la letteratura considerata alla base dello sviluppo iniziale di ciascuna disciplina e la letteratura che ne analizza l’evoluzione. Abbiamo anche intervistato studiosi esperti della storia di ciascuna di queste scienze, identificandoli sulla base delle loro pubblicazioni, del numero di citazioni e della loro posizione generale in relazione ad altri autori nel settore, nonché prendendo in considerazione il loro ruolo nello sviluppo della disciplina, e quanto siano ben disposti a riconoscerlo.

Scienza del benessere animale

La scienza del benessere animale è stata creata grazie all’impiego di finanziamenti pubblici. Ad attrarre gli investimenti è stata la crescente preoccupazione dell’opinione pubblica per l’argomento, soprattutto in Europa e nel Regno Unito, dove negli anni ’60 il libro Animal Machines di Ruth Harrison aiutò a denunciare le condizioni degli animali negli allevamenti intensivi. All’epoca c’era poco interesse tra gli scienziati, in campo veterinario e non solo, rispetto all’argomento, benché ciò sia progressivamente cambiato con l’avanzare della ricerca. Tra gli anni ’70 e gli anni ’90 sono state realizzate diverse pubblicazioni rilevanti che hanno contribuito a plasmare la disciplina, e sono state create alcune riviste attraverso cui i ricercatori del benessere animale hanno potuto diffondere il proprio lavoro. Scienziati provenienti da esperienze diverse hanno collaborato allo sviluppo di un quadro concettuale condiviso che servisse a valutare qualcosa di difficilmente misurabile con oggettività: il benessere. A renderlo possibile, nonostante l’iniziale mancanza di interesse tra gli scienziati, è stata l’azione politica. Quest’ultima ha portato sia all’ottenimento di fondi, sia all’introduzione di leggi e politiche pubbliche sulle condizioni in cui gli animali dovrebbero essere tenuti. Ciò ha inoltre fornito opportunità di lavoro per gli scienziati che operano nel campo del benessere animale. Anche alcune organizzazioni animaliste indipendenti hanno finanziato e sostenuto la ricerca in questo settore.

Biologia della conservazione

Allo sviluppo della biologia della conservazione hanno contribuito diverse figure importanti, ma si può dire che la disciplina si sia sviluppata come tale negli anni ’60, grazie all’interesse di alcuni ecologisti e dell’opinione pubblica. Le leggi conservazioniste da allora approvate da quel momento sono servite a promuovere la ricerca in questo campo. Inoltre, il sostegno pubblico per la conservazione della biodiversità è cresciuto in modo significativo durante quel periodo, aiutando le organizzazioni private a sostegno di questi obiettivi a ottenere più risorse. La disciplina è stata istituita a seguito di due grandi conferenze avvenute tra la fine degli anni ’70 e l’inizio degli anni ’80. La Society for Conservation Biology, la sua rivista e svariati libri, sono stati fondamentali per la promozione di questa scienza, e per individuare i problemi chiave su cui i biologi della conservazione avrebbero dovuto lavorare. L’interdisciplinarità, piuttosto che essere una sfida, ha reso possibile lavorare in questo campo attraverso metodologie diverse. Oggi la biologia della conservazione è una disciplina autorevole. Il suo sviluppo è stato possibile grazie al lavoro di un gruppo di biologi volenterosi, ma anche, e soprattutto, al supporto continuo di persone esterne al mondo accademico. Tra queste c’erano anche organizzazioni private guidate da principi conservazionisti. Oltre a esercitare pressioni su legislatori e governi affinché introducessero nuove leggi e politiche pubbliche di sostegno ai biologi della conservazione, queste organizzazioni hanno finanziato direttamente tutti gli sforzi rilevanti compiuti dagli scienziati per lo sviluppo della disciplina.

Etologia cognitiva

A differenza della scienza del benessere animale e della biologia della conservazione, l’etologia cognitiva non è stata promossa o sostenuta da investimenti esterni al mondo accademico, il suo sviluppo è stato il risultato dell’interesse di un numero relativamente piccolo di scienziati. Non ha avuto lo stesso successo della biologia della conservazione e della scienza del benessere animale, e rimane una piccola disciplina poco conosciuta dalla collettività. Tuttavia, ha permeato il lavoro di scienziati operanti in altre discipline, i quali sono ora più aperti ad attribuire una mente agli animali non umani. Al fine di evitare controversie, la disciplina è stata presentata all’inizio come non interessata a un approccio non strettamente empirico, sebbene negli ultimi decenni le cose siano cambiate. Questo ha probabilmente contribuito a far sì che chi lottava in sostegno degli animali non riconoscesse la disciplina come rilevante per il proprio lavoro, e le organizzazioni animaliste non hanno perciò finanziato la ricerca. Di conseguenza, gli scienziati coinvolti hanno avuto accesso ai finanziamenti solo attraverso i più comuni canali accademici, e così l’etologia cognitiva non ha avuto le stesse opportunità di crescita delle altre scienze.

Lezioni per lo sviluppo di nuove discipline scientifiche

Alla luce dei risultati dei tre casi di studio, è possibile apprendere alcune lezioni utili su ciò che gli scienziati e le persone esterne al mondo accademico possono fare per promuovere lo sviluppo iniziale di una nuova disciplina.

Abbiamo visto che azioni come l’organizzazione di conferenze, la costituzione di organizzazioni professionali influenti, la pubblicazione su riviste specializzate e l’istituzione di programmi di formazione sono state molto importanti per alcune delle discipline prese in esame. Tuttavia, queste soluzioni potrebbero essere infattibili nelle prime fasi, quando potrebbero non esserci abbastanza studiosi interessati alla ricerca. Anche ottenere il supporto di scienziati esperti può essere molto utile, ma non è detto che sia sempre possibile. I singoli scienziati possono tuttavia tentare di influenzarne altri pubblicando le proprie ricerche su riviste autorevoli, conducendo seminari e impegnandosi nella comunicazione personale. Possono inoltre lavorare allo sviluppo di un quadro concettuale preciso, e nel momento in cui altri ricercatori si interessano al problema, provare a organizzare attività, promuovere corsi e pubblicare libri.

Le persone che sostengono esternamente una ricerca possono invece fornire borse di studio ai ricercatori e finanziare piccoli progetti o eventi minori come seminari o piccole conferenze. Possono anche aiutare gli scienziati interessati allo studio a mettersi in contatto. Potrebbero arrivare a finanziare piccoli programmi di formazione per scienziati o studenti interessati. Oltre a questo, il loro lavoro può essere importante per sensibilizzare la collettività, stimolando indirettamente un maggiore sostegno verso la disciplina e fare attività di lobby che aiutino a incanalare i finanziamenti pubblici per la ricerca.

Conclusioni

È difficile trarre conclusioni precise dalla storia di discipline che si sono evolute in precedenza, esistono infatti svariati fattori in grado di spingere una nuova ricerca in direzioni diverse, i quali a loro volta possono dipendere in modo cruciale da circostanze esterne al mondo accademico. Inoltre, la sezione sulle lezioni per costituire una nuova disciplina mostra come molte delle azioni che sembrano aver svolto un ruolo importante siano state innescate dal buon senso, e le avremmo quindi ritenute efficaci già prima di condurre questo studio. Oltre a questo, abbiamo acquisito alcune informazioni che possono essere utili per lo sviluppo di nuove discipline scientifiche. Tra queste, il fatto che sebbene dichiarare apertamente gli obiettivi etici di una scienza possa generare reazioni avverse da parte di molti scienziati, potrebbe comunque facilitare l’ottenimento di un sostegno al di fuori del mondo accademico. Coloro che desiderano supportare esternamente la creazione di nuove aree di ricerca necessitano, infatti, di una conoscenza approfondita dello stato della disciplina per valutare il modo in cui procedere.