Il problema dei cavalli selvatici sul suolo pubblico: perché il dibattito è incentrato sul bene del suolo piuttosto che sul bene dei cavalli?

Il problema dei cavalli selvatici sul suolo pubblico: perché il dibattito è incentrato sul bene del suolo piuttosto che sul bene dei cavalli?

15 Ago 2015
wild horses in a western landscape

Da decine di anni ormai nelle aree occidentali degli Stati Uniti, in particolare negli stati del Wyoming, Nevada, Utah, Montana, Oregon e Idaho, viene portato avanti il programma di cattura dei cavalli selvatici. Lo scorso anno, l’Ufficio Gestione Territorio (BLM, il Bureau of Land Managment) ha promulgato alcune leggi seguendo il modello nazionale che chiedeva di “mantenere la salute ecologica dei pascoli pubblici”1 A partire dall’autunno del 2014 fino al settembre 2015, saranno infatti effettuati tra i cavalli una serie di radunamenti, rimozioni e trattamenti per il controllo della fertilità. Seguendo la tabella di marcia del BLM, entro questa data su 591 stalloni sarà eseguito un trattamento di sterilizzazione mentre altri 2.490 saranno rimossi dal territorio. La contraccezione, pur essendo una misura volta a proteggere il suolo piuttosto che i cavalli, contribuisce in ogni caso ad evitare la nascita di animali destinati altresì ad essere terrorizzati e uccisi.

Nonostante il BLM continui a considerare l’adozione di metodi alternativi, ad oggi il maggior piano d’azione consiste nella “rimozione” degli animali. Questi cavalli andranno incontro ad un tetro futuro: dopo lo stress del rapimento e della separazione dalle proprie famiglie, finiranno i loro giorni in un recinto o trasferiti in aree con tassi di mortalità molto elevati. Altri invece saranno addestrati dal BLM per partecipare ai futuri radunamenti: verranno fatti correre in testa alla mandria per rendere l’inseguimento “meno stressante”.2

Per la cattura degli animali vengono impiegati elicotteri e trappole ad esca. Gli elicotteri sono usati per spaventare i cavalli e farli fuggire, spesso per chilometri e chilometri attraverso terreni accidentati, fino a raggiungere un’area in cui poter essere catturati. Questi inseguimenti sono spesso causa di infortuni e morte.

Le trappole passive, o trappole ad esca, sono un altro dei metodi utilizzati dal BLM: gli animali vengono attirati nei recinti con della paglia per poi venire caricati nei camion per il trasferimento, procedura questa pericolosa specialmente per dei cavalli già terrorizzati. Secondo un articolo dell’Oregon Public Broadcasting, i dati mostrano come le trappole ad esca abbiano causato un numero molto maggiore di infortuni e uccisioni rispetto ai radunamenti con gli elicotteri. Gli animali intrappolati infatti, presi dal panico, si lanciano contro le sbarre di metallo della gabbia nel tentativo di liberarsi, procurandosi lividi, il più delle volte fatali.

Il Sovrintendente ai Cavalli del BLM Rob Sharp sostiene che anche usando metodi più delicati i cavalli sarebbero terrorizzati e a rischio infortuni. “Un certo numero di incidenti e morti è da mettere in preventivo quando si ha a che fare con dei cavalli, persino quelli domestici,” dice Sharp. “Sono cose che succedono.”3

Molti altri abusi, alcuni dei quali catturati in en video, sono registrati in altri programmi simili: i cavalli sono braccati fino all’esaurimento, le famiglie subito divise per poi venire caricate a forza nei camion trasportatori, il più delle volte usando scosse elettriche, o tirandoli per la coda.

In seguito alla cattura, i cavalli posso essere momentaneamente chiusi in recinti o spostati definitivamente in pascoli di proprietà, soluzioni che si rivelano ugualmente pericolose per gli animali. Prendendo in esame i dati raccolti dal BLM “Dead and Destroyed” (letteralmente “morti e distrutti”) tramite l’OPG grazie al Feedom of Information Act, solamente in uno di questi recinti in Oregon, tra i 2010 e il 2013, sono morti 199 cavalli: 81 di questi trovati morti mentre gli altri 118 appaiono come “eutanizzati”, ossia uccisi perché malati o feriti. Di questi, 41 per cause sconosciute, mentre molti altri in seguito alla rottura di una gamba, del collo, per lesioni alla spina dorsale, o per lesioni procuratesi nelle procedure di castrazione o di raduno.

Da documenti venuti in possesso della WHPC (Campagna Prevenzione Cavalli Selvatici Americani) emerge come su 1.263 cavalli selvatici radunati in Wyoming dall’aprile 2015, 89 siano morti nei raduni mentre altri 75 nelle aree di contenimento.4

Non molto diversa la sorte che attende i cavalli nei pascoli di proprietà. Alcuni verranno dati in adozione, altri venduti all’asta per essere convertiti in cavalli “da intrattenimento o da soma”.5 In altre parole, per essere sfruttati come passatempo, forza lavoro o per scopi ricreativi nelle corse o negli spettacoli.

Alcuni stati permettono agli allevatori di bovini di rimuovere i cavalli dal suolo pubblico

Nell’aprile 2015, il giudice Dee Benson ha approvato la proposta avanzata dai rancher dello stato dello Utah che chiedevano di poter procedere con eliminazione di 1.350 cavalli.6 Questi affermano che il BLM non stia “gestendo” in maniera appropriata la popolazione equina, riducendo così i pascoli sul suolo pubblico del bestiame.

“I cavalli selvatici occupano solo il 10% del territorio, con una popolazione di 4.000 capi per più di due milioni di acri (circa 8.000 km₂) ovvero un cavallo ogni 500 acri (circa 2 km₂). Non sono questi i dati di una sovrappopolamento di cavalli. Abbiamo un problema di sovrappopolazione di bestiame e di ovini nel suolo pubblico, semmai,” risponde Suzanne Roy, direttrice del WHPC.

In altri stati, cause legali simili sono state archiviate: lo scorso marzo, in Nevada, un giudice si è schierato con il WHPC respingendo le richieste dei rancher. Allo stesso modo, nei mesi precedenti, la corte federale ha bocciato una causa simile nel Wyoming, mentre a Pershing, Nevada, ne è in corso un’analoga.7

La situazione in Canada

Nel 2014, il Ministero dell’Ambiente e delle Risorse Sostenibili di Alberta ha dato il via ad un piano che permetterà la cattura di 200 cavalli a nord e a nord-ovest di Calgary.8 Sempre il governo di Alberta ha ordinato l’imprigionamento di 60 cavalli selvatici solo nel mese di febbraio.9

I permessi per piazzare trappole per cavalli vengono rilasciati a chiunque ne richieda la licenza.8 La maggior parte dei cavalli catturati è stata abbattuta, il rimanente venduto o addomesticato.

“Li caricano sul camion e via, verso i mattatoi… In men che non si dica sono carne da macello,” dice Bob Handerson, della Società Cavalli Selvatici di Alberta (la WHAS).

Questi cavalli vengono considerati “invasivi” perché non autoctoni della provincia di Alberta, perciò non sottoponibili alle stesse leggi che proteggono invece gli altri animali.

L’abbattimento selettivo in Australia

In Australia si trova la più numerosa popolazione di cavalli selvatici al mondo, stimata intorno ai 400.000 capi. Come negli Stati Uniti e in Canada, questi animali sono considerati invasivi poiché non autoctoni, nonché presunte minacce alla natura selvaggia locale.

Nel novembre del 2013, più di 7.000 cavalli furono uccisi nella ragione dell East Kimberly. Alcuni membri del gruppo Cavalli Selvatici Kimberly (WHK) presenti al momento del massacro riportano che una parte dei cavalli non fu uccisa, ma solo ferita. Uno dei veterinari che sovrintedeva all’abbattimento ha ammesso che l’1% degli animali non fu ucciso velocemente, ma lasciato morire “di una morte lenta”.10

Questo abbattimento selettivo sarebbe giustificato dalla rigidità degli inverni nelle Montagne Nevose, che condurrebbe i cavalli selvatici a morire di freddo e di fame. Tuttavia questa non è una giustificazione sufficiente, gli animali in condizione di sofferenza vanno aiutati, non ulteriormente colpiti.

Dal 2000 nel New South Wales è stata invece vietata la caccia ai cavalli selvatici dagli elicotteri. Lo scorso gennaio il Ministro per l’Ambiente Rob Stokes ha messo in chiaro che l’ipotesi di abbattimento aereo non verrà considerata nel piano di controllo della popolazione di cavalli delle Montagne Nevose.11

“Ho dato istruzioni ai Parchi Nazionali e ai Servizi Forestali di esplorare metodi di controllo dei cavalli selvatici che siano più accettabili per la comunità,” ha dichiarato Strokes. Ciò nonostante i programmi di radunamento e vendita all’asta rimarranno validi.

Lo stop alla caccia aerea fu introdotto a seguito dell’impatto negativo che ebbe sulla popolazione l’uccisione di più di 600 cavalli nel Parco Nazionale del fiume Guy Fawks nel 2000. La sessa pratica però è ancora legale negli stati del Queensland, Western Australia e nei Northern Territoy.

La discriminazione dei cavalli a causa di preferenze di conservazione speciste

Gli esseri umani tendono a prediligere gli animali “nativi”, autoctoni, a quelli importati (dagli stessi umani) da altri territori, perché considerati “stranieri”. I pregiudizi verso l’essere straniero sono ingiustificati sia negli animali non-umani, sia negli esseri umani, e non vi è nessuna ragione per preferire un gruppo rispetto che un altro.

A scopo di preservare un certo ecosistema, i cavalli vengono attaccati e uccisi, nonostante un ecosistema non possa sentire dolore, al contrario di un singolo individuo. Saremmo tutti d’accordo nel ritenere sbagliato uccidere degli esseri umani per preservare un determinato ambiente, perché quindi non applicare lo stesso concetto agli animali non-umani?

Un’altra delle ragioni per le quali i cavalli selvatici vengono sterminati o ridotti in schiavitù è il beneficio che ne traggono gli allevatori o di chi addestra animali per scopi di lucro. Per queste persone, gli animali hanno un determinato valore solo in base al ritorno economico ottenibile.

Le misure prese dal BLM, così come tutti i programmi analoghi portati avanti in Canada e Australia, sono da considerarsi speciste, poiché non tengono conto degli interessi dei cavalli ma solamente dei profitti degli esseri umani. Per rifiutare lo specismo, dobbiamo rigettare questo tipo di programmi che infliggono dolore ad esseri senzienti per ragioni ecologiste o a favore degli interessi economici di chi sfrutta gli animali.


1 U.S. Department of the Interior Bureau of Land Management (2015) “Tentative wild horse and burro removal and fertility control treatment Schedule”, blm.gov [visitato: 9 luglio 2015].
2 U.S. Department of the Interior Bureau of Land Management (2014) “Wild horse & burro gathers”, blm.gov [visitato: 11 luglio 2015].

3 Oregon Public Broadcasting (2014) “Live trapping often results in death for wild horses, Oregon Public Broadcasting, 5 February [visitato: 14 luglio 2015].  

4 American Wild Horse Preservation Campaign (2015) “BLM Wyoming checkerboard roundup – Mounting death toll”, Wyoming “Checkerboard” Wild Horse Deaths in Holding [visitato: 15 luglio 2015].

5  U.S. Department of the Interior Bureau of Land Management (2015) “Adoption program”, blm.gov [visitato: 21 luglio 2015].

6 The Daily Beast (2015) “Protected wild horses dying for ranchers’ profit”, The Daily Beast, 21 April [visitato: 14 luglio 2015].

7 American Wild Horse Preservation Campaign (2015) “Court grants wild horse advocates’ motion to intervene in another rancher anti-mustang lawsuit”, News [visitato: 15 luglio 2015].

8 Alberta Environment and Parks (2014) “Managing Alberta’s feral horse population: the rules and regulations of a capture season”, Alberta Environment and Parks [visitato: 17 luglio 2015].

9 CBCNEWS (2015) “Wild horse roundup ordered by Alberta government”, CBCNEWS, 4 February [visitato: 15 giugno 2015].

10 The Independent (2013) “To cull or not? ‘Brumby’ wild horses divide Australians”, The Independent, 29 December [visitato: 17 luglio 2015].

11 The Sunday Morning Herald (2015) “Aerial culling of brumbies in Snowy Mountains: Controversial ban to remain”, The Sunday Morning Herald, 3 January [visitato: 17 luglio 2015].