Sperimentazione biomedica sugli animali

Sperimentazione biomedica sugli animali

La sperimentazione biomedica risale a molti anni fa. I primi esperimenti includevano trasfusioni di sangue, vivisezioni (pratiche chirurgiche attuate su animali vivi e coscienti), nonché dissezione di scimmie, cani e maiali. Attualmente, secondo i codici etici della ricerca biomedica, effettuare test su animali non umani è obbligatorio. Secondo il Codice di Norimberga adottato nel 1947, ogni esperimento effettuato sugli esseri umani dovrebbe essere “progettato e fondato sui risultati della ricerca animale.”1 Anche la Dichiarazione di Helsinki, adottata nel 1964 dalla 13a Associazione Medica Mondiale, evidenzia che la ricerca medica su soggetti umani “deve basarsi su appropriate sperimentazioni di laboratorio e su test effettuati su animali.”2

Dal 1940 è stata introdotta una nuova specializzazione nel campo della medicina veterinaria: “Scienza degli animali da laboratorio.” Se ne deduce che l’impiego di animali nella ricerca ha assunto un’importanza fondamentale, al punto da diventare un vero e proprio paradigma.

Sono diverse le ragioni per cui gli animali vengono usati e uccisi in campo biomedico, tra cui le seguenti:

Studio della patologia

Alcune sperimentazioni hanno lo scopo di studiare il modo in cui le malattie si evolvono. A tal fine, la malattia presa sotto esame viene indotta deliberatamente negli animali in modo da osservare quali potrebbero essere gli effetti della patologia stessa e delle sue possibili cure sull’uomo. Sono molte le malattie studiate utilizzando questo sistema, come per esempio quelle dell’apparato digerente, quelle neurologiche e quelle genetiche. Gli animali sono inoltre usati nello studio di lesioni al cervello, di lesioni del midollo spinale, della malattia di Parkinson, dell’AIDS, del cancro, dell’obesità e in molte altre ricerche. Per effettuare questi esperimenti, sono costretti a patire terribili malattie, lesioni traumatiche, alimentazione forzata, ustioni, deprivazione sociale ed esposizione a sostanze tossiche.

Sviluppo di nuovi farmaci

La scoperta di nuovi medicinali comprende generalmente quattro fasi fondamentali:

1. 1. Identificazione di potenziali farmaci. Innanzitutto, si identificano nuove sostanze che possano essere utili come medicinali. Il numero di animali sui quali si effettuano esperimenti durante questa fase rappresenta circa il 10% del numero totale usato nel processo di creazione di nuovi farmaci.

2. Test sulle nuove sostanze. Le sostanze che potrebbero promettere bene richiedono ulteriori test. È in questa fase del processo di creazione di nuovi farmaci che la maggior parte degli animali è coinvolta in esperimenti. Se ne impiegano fino all’80%.

3. Test sulla sicurezza. La sicurezza delle sostanze selezionate nella fase precedente viene ulteriormente testata. In generale, più del 10% degli animali sottoposti ai test è usato in questa fase.

4. Miglioramento del prodotto finale. La fase finale nello sviluppo di nuovi farmaci richiede studi sugli esseri umani. In generale, gli animali non umani non sono coinvolti in alcun tipo di esperimento in questa fase.3

Per la sperimentazione di un singolo farmaco possono essere usati fino a 3.000 animali in svariati test. Il dolore che percepiscono può essere spesso tenuto sotto controllo grazie all’uso di medicinali che però potrebbero interferire con l’esperimento. E’ questa una delle ragioni per cui l’uso di antidolorifici può essere scartato. Inoltre, gli studiosi possono prolungare significativamente la sofferenza degli animali tenendoli in vita a lungo dopo che hanno subito danni irreparabili a causa degli esperimenti. I ricercatori li tengono in vita solo perché la loro morte durante gli esperimenti può rendere i dati meno utili.

Animali usati per gli esperimenti

Una grande varietà di animali viene usata nella ricerca. Tra questi ci sono i seguenti:

Topi e ratti. Topi e ratti sono usati per svariati scopi e sono comunemente oggetto di: esperimenti sulla reazione dei mammiferi a una crisi, a intossicazioni oppure a infezioni sperimentali (parassitarie, batteriche o virali) e a reazioni e disturbi immunologici, oncologici (correlati ai tumori), teratologici ((riguardanti l’anormale sviluppo fisiologico), nonché a reazioni e disturbi legati all’embriologia. I topi sono gli animali che si usano più spesso per lo studio di malattie umane di origine genetica. I ratti vengono inoltre impiegati negli studi nutrizionali, comportamentali ed endocrinologici. Entrambe le specie sono usate in esperimenti riguardanti il cancro, la nutrizione, le malattie renali, il colesterolo, il trapianto cutaneo e molti altri ancora.

Cani e gatti. I cani sono spesso utilizzati per lo studio di problemi cardiovascolari, delle tecniche di rianimazione cardiopolmonare (RCP), dell’anemia, delle malattie cardiache e di molte altre problematiche. I gatti sono comunemente impiegati, fra gli altri, in esperimenti legati allo studio di malattie neurologiche, del cancro, di problemi genetici e anche in studi sul sistema immunitario.

Conigli. I conigli sono usati per testare la sicurezza di farmaci e vaccini, così come nello studio riguardante i trapianti, il colesterolo, la sicurezza dei prodotti, e per testare molti altri prodotti che si usano prevalentemente nella produzione di antidoti, in farmacologia, in tossicologia, in teratogenicità e nella riproduzione.

Porcellini d’India. I porcellini d’India sono impiegati come cavie in studi immunologici, farmacologici e nutrizionali.

Criceti. I criceti sono utilizzati per diversi scopi che includono studi sulla riproduzione, sulla citogenetica e sull’immunologia.

Uccelli, rettili e rane. Uccelli, rettili e rane sono usati in esperimenti che riguardano il diabete, il cancro al fegato, i problemi neurobiologici e in molti altri esperimenti.

Mucche. Le mucche si utilizzano in test che riguardano, fra gli altri, il trapianto degli organi, il diabete e le malattie cardiache.

Primati. I primati sono impiegati in ricerche che riguardano l’AIDS, il Parkinson, l’anestesia, il morbillo e molte altre malattie.

La maggior parte degli animali usati dai ricercatori è stata allevata appositamente per essere sottoposta ad esperimenti. Ad ogni modo, per effettuare gli esperimenti se ne possono reperire altri in luoghi come rifugi oppure mettendo annunci o rispondendo ad essi. In molti casi gli animali vengono modificati geneticamente e queste modifiche genetiche possono causare loro considerevoli sofferenze. Alcune possono anche essere la causa di morti precoci.

Esempi di procedure

Di seguito si riportano alcune descrizioni dei tipi di esperimenti e patologie4 cui vengono sottoposti gli animali:

Test di sensibilizzazione cutanea. Per questi esperimenti sono spesso usati i porcellini d’India. Varie dosi di una sostanza chimica vengono applicate sulla pelle dell’animale per verificare se una successiva applicazione puòcausare una maggiore reazione immunitaria rispetto a quella di un porcellino d’India che non è stato precedentemente esposto alla sostanza.

Test di cancerogenicità. Sostanze potenzialmente cancerogene vengono somministrate ad animali come i ratti per un periodo di due anni per studiare successivamente lo sviluppo dei tumori. In altri esperimenti, una sostanza chimica viene somministrata a coniglie gravide durante l’intera gravidanza per studiarne il contenuto dell’utero e vedere se questo tipo di sostanza può essere la causa della morte del feto o di una crescita alterata.

Test sui problemi cardiaci. Patologie quali infarti e ictus vengono indotte artificialmente nei cani così da poterle studiare.

Test sulla paralisi. Alcuni pesi vengono fatti cadere sui roditori per creare paralisi e lesioni al midollo spinale.

Test sulla nausea. Alcuni elettrodi vengono impiantati nell’intestino dei cani per indurli a vomitare.

Test sulla cefalea. Sintomi simili all’emicrania vengono prodotti artificialmente nei primati attraverso l’uso di specifici prodotti chimici.

Test di tossicità. Come il nome suggerisce, questi test hanno lo scopo di determinare in quale misura particolari sostante possono essere tossiche. Alcuni di essi possono far screpolare e spellare la pelle degli animali. I test di tossicità possono anche causare emorragie interne, vomito, convulsioni e coma.

Studi sul metabolismo. Alcuni tubicini vengono impiantati nei dotti biliari degli animali.

Test di istocompatibilità. Nei test di istocompatibilità del passato, le nuove sostanze venivano sempre testate sull’uomo per vedere se erano biocompatibili. Da qualche tempo questa pratica non è più ammessa. Adesso, affinché una sostanza si possa considerare biocompatibile, deve superare diverse fasi. Si tratta della sperimentazione in vitro, in vivo (è in questa fase che gli animali vengono usati al posto degli esseri umani) e dei test in uso.

Medicinali. Gli animali vengono anche impiegati in studi sulla biodisponibilità. Questa ricerca si occupa della quantità o del grado di assorbimento di un farmaco oppure della sua disponibilità per esercitare l’attività terapeutica nei tessuti corporei o negli organi dopo che è stato somministrato.

Ricerche patogenetiche. Gli animali transgenici sono utilizzati nelle ricerche sui meccanismi patogenetici delle malattie come strumenti di prova per possibili combinazioni terapeutiche e come strumenti di test in vivo per verificare potenziali cure.

Neurobiologia. Gli animali, soprattutto i ratti, sono sati per studiare gli effetti sul cervello degli interventi chirurgici e della nutrizione.

Il dibattito sulla sperimentazione animale

Coloro a favore della sperimentazione sugli animali affermano che sebbene sia possibile sviluppare metodi che non causino loro sofferenze, esistono ancora molti casi in cui è necessario provare farmaci o procedure su animali vivi. Quelli che si oppongono a questo pensiero sostengono che le sperimentazioni animali potrebbero non riflettere accuratamente gli effetti che queste sostanze avrebbero sugli essere umani. Differenze dovute alla specie e al tipo di riproduzione degli animali usati possono produrre risultati imprecisi riguardo gli esseri umani. Altri problemi possono essere causati dalla popolazione animale utilizzata, che può essere piuttosto omogenea, laddove la popolazione umana è abbastanza varia. Un altro motivo per cui si possono ottenere risultati imprecisi, è dovuto alla differenza tra il modo in cui le sostanze testate vengono somministrate in laboratorio e il modo in cui sono ingerite o assorbite dagli esseri umani.5

Gli oppositori della sperimentazione affermano inoltre che sebbene gli animali umani e quelli non umani possano in molte occasioni sviluppare problemi di salute simili, i loro meccanismi fisiologici funzionano in modo diverso. Sarebbe questo il motivo per cui sostengono che non è sensato, da un punto di vista epistemologico, estrapolare dati dalle sperimentazioni animali.6

Critiche a parte, e indipendentemente dal fatto che queste siano giuste o sbagliate, si può sottolineare che, per ciò che concerne la ricerca biomedica, esiste un netto contrasto tra il modo in cui vengono considerati gli animali umani e quelli non umani. Ne discuteremo nei prossimi due paragrafi.

Le leggi non stanno facendo alcuna differenza

In vari paesi esistono leggi sul modo in cui gli animali possono essere utilizzati nelle sperimentazioni. In ogni caso, laddove esistono, tali disposizioni impongono scarsi limiti all’uso di animali non umani.

All’interno dell’Unione Europea, se a una parte si proibisce la sperimentazione animale per i prodotti cosmetici, nel caso di esperimenti per scopi scientifici raramente ne vietano l’uso. La principale normativa attualmente in vigore all’interno della UE è la Direttiva 2010/63/UE sulla protezione degli animali utilizzati a fini scientifici.7 Sebbene manifesti una certa considerazione per gli animali non umani rispetto ad altre normative in questo campo, essa non mette in dubbio la sperimentazione animale stessa. Si limita a stabilire alcuni requisiti allo scopo di ridurre la sofferenza patita dagli animali, ma gli stessi possono assumere un peso inferiore rispetto a quelli dell’esperimento. Tale normativa non tiene in considerazione che vale la pena preservare e proteggere la vita degli animali; lo dimostra non solo la loro regolare uccisione in queste procedure, ma anche il vasto numero di animali che vengono uccisi solo perché sono stati allevati per essere usati in esperimenti. Vengono uccisi in ogni caso e non solo non è vietato, ma si tratta di una prassi comune.

In altri paesi, sono i comitati per l’etica animale a decidere se un certo metodo di sperimentazione che implica l’uso di animali non umani può essere accettato o meno. Sostenitori della sperimentazione fanno solitamente parte di questi comitati e ne rappresentano quasi sempre la maggioranza. Di conseguenza, le procedure sperimentali sono solitamente approvatei nonostante causino grandi sofferenze agli animali.

Tutto ciò dimostra che finché la legge accetterà il fatto che la vita e le condizioni di benessere degli animali impiegati nella sperimentazione biomedica hanno poco valore, in pratica continueranno a non essere protetti.

Etica

Ci sono alcune finalità della sperimentazione sugli animali non umani che chiaramente non giustificano la loro sofferenza in quanto la stessa è molto alta rispetto ai trascurabili benefici che ne derivano (è il caso dei test in ambito cosmetico). In altri casi i benefici sono maggiori e possono avere più importanza della sofferenza causata alle vittime. Oggi esistono varie teorie etiche che applicano diverse concezioni sui criteri che dovremmo usare nel prendere decisioni che riguardano le cavie – umane e non.8 Secondo alcune, causare sofferenza a un individuo a beneficio di altri è moralmente inaccettabile in ogni circostanza, per cui in tali casi gli esperimenti andrebbero vietati. Secondo altre teorie, dovremmo invece considerare le sofferenze causate ad alcuni individui e i vantaggi che ne derivano per altri e dare priorità all’opzione che abbia maggior peso. La sperimentazione in quest’ultima eventualità sarebbe accettabile. Coloro che difendono questa posizione, però, finché la applicano solo agli esseri non umani e non a quelli umani, rivelano un orientamento specista nonché il fatto di non accettare tale visione etica in modo coerente. Di fatto, la questione dell’inutilità dei test in in uso o di quelli clinici viene di rado considerata da una prospettiva benefici vs sofferenza. Si presume semplicemente che gli animali non umani possano essere usati come risorse se a trarne beneficio sono gli esseri umani. Ciononostante, lo specismo andrebbe condannato: dobbiamo fare le nostre valutazioni etiche per ogni singolo utilizzo mettendo da parte la specie a cui appartengono coloro che sono coinvolti e considerando solamente il loro interesse.


Ulteriori approfondimenti

Animal Procedures Committee (2003) Review of cost-benefit assessment in the use of animals in research, London: Home Office.

Baird, R. M. & Rosenbaum, S. E. (eds.) (1991) Animal experimentation: The moral issues, New York: Prometheus.

Balls, M. (1994) “Replacement of animal procedures: Alternatives in research, education and testing”, Lab Animal, 28, pp. 193-211.

Bockamp, E.; Maringer, M.; Spangeberg, C.; Fees, S.; Fraser, S.; Eshkind, L.; Oesch, F. & Zabel, B. (2002) “Of mice and models: Improved animal models for biomedical research”, Physiological Genomics, 11, pp. 115-132.

Bluemel, J.; Korte, S.; Schenck, E. & Weinbauer, G. (eds.) (2015) The nonhuman primate in nonclinical drug development and safety assessment, Amsterdam: Academic Press.

Caplan, A. L. (1983) “Beastly conduct: Ethical issues in animal experimentation”, Annals of the New York Academy of Sciences, 406, pp. 159-169.

Chader, G. G. (2002) “Animal models in research on retinal degenerations: Past progress and future hope”, Vision Research, 42, pp. 393-399 [consultato il 18 ottobre 2013].

Commissione europea (2013) Settima relazione sulle statistiche riguardanti il numero di animali utilizzati a finisperimentali o ad altri finiscientifici negli Stati membri dell’Unione europea, Bruxelles: Commissione europea [consultato il 28 aprile 2017].

Cothran, H. (ed.) (2002) Animal experimentation: Opposing viewpoints, San Diego: Greenhaven.

DeGrazia, D. (1999) “The ethics of animal research: What are the prospects for agreement?”, Cambridge Quarterly of Healthcare Ethics, 8, pp. 23-34.

European Science Foundation Policy Briefing (2001) The use of animals in research, 2nd ed., Strasbourg: European Science Foundation.

Frey, R. G. & Paton, W. (1989) “Vivisection, morals and medicine: An exchange”, in Regan, T. & Singer, P. (eds.) Animal rights and human obligations, Englewood Cliffs: Prentice Hall, pp. 223-226.

Gavin, S. L. & Herzog, H. A. (1992) “The ethical judgment of animal research”, Ethics & Behavior, 2, pp. 263-286.

Górska, P. (2000) “Principles in laboratory animal research for experimental purposes”, Medical Science Monitor, 6, pp. 171-180 [consultato il 22 giugno 2023].

Guillen, J. (ed.) (2013) Laboratory animals: Regulations and recommendations for global collaborative research, San Diego: Academic Press.

Kirk, A. D. (2003) “Crossing the bridge: Large animal models in translational transplantation research”, Immunological Reviews, 196, pp. 176-196.

Langley, G. (ed.) (1990) Animal experimentation: The consensus changes, London: MacMillan.

Matsuda, Y. (2004) “Recent trends in the number of laboratory animals used in Japan”, ATLA: Alternatives to Laboratory Animals, 32, suppl. 1A, pp. 299-301.

Ninomiya, H. & Inomata, T. (1998) “Current uses of laboratory animals in Japan and alternative methods in research, testing and education”, Applied Animal Behaviour Science, 59, pp. 219-25.

Orlans, F. B. (1998) “History and ethical regulation of animal experimentation: An international perspective”, in Kuhse, H. & Singer, P. A companion to bioethics, Oxford: Blackwell, pp. 399-410.

Rice, M. J. (2011) “The institutional review board is an impediment to human research: The result is more animal-based research”, Philosophy, Ethics, and Humanities in Medicine, 6.

Rowan, A. N. (1984) Of mice, models and men: A critical evaluation of animal research, Albany: State University of New York Press.

Russell, W. M. S. & Burch, R. L. (1959) The principles of humane experimental technique, London: Methuen.

Swart, J. A. A. (2004) “The wild animal as a research animal”, Journal of Agricultural and Environmental Ethics, 17, pp. 181-197.

Tannenbaum, J. & Rowan, A. N. (1985) “Rethinking the morality of animal research”, Hastings Center Report, 15 (5), pp. 32-43 [consultato il 22 settembre 2012].


Note

1 Nuremberg Military Tribunals (1946-1949) Trials of war criminals before the Nuernberg Military Tribunals under Control Council Law no. 10, Washington, D. C.: U. S. Government Printing Office.

2 World Medical Association (1964) Declaration of Helsinki: Recommendations guiding doctors in clinical research, Helsinki: 18th WMA General Assembly [consultato il 30 ottobre 2013].

3 Nuffield Council on Bioethics (2005) The ethics of research involving animals, London: Nuffield Council on Bioethics, pp. 135-157 [consultato il 25 giugno 2020].

4 Botham, P. A.; Basketter, D. A.; Maurer, T.; Mueller, D.; Potokar, M. & Bontinck, W. J. (1991) “Skin sensitization—a critical review of predictive test methods in animals and man”, Food and Chemical Toxicology, 29, pp. 275-286. Lang, C. M. (2009) “The cost of animal research”, Lab Animal, 38, pp. 335-338. Royal Society (2004) The use of non-human animals in research: A guide for scientists, London: The Royal Society. MORI (2002) The use of animals in medical research study, conducted for the Coalition of Medical Progress, March – May 2002, London: MORI. Monamy, V. (2009 [2000]) Animal experimentation: A guide to the issues, 2nd ed., Cambridge University Press. Orlans, F. B. (1993) In the name of science: Issues in responsible animal experimentation, Oxford: Oxford University Press. Chow, P. K.; Ng, R. T. & Ogden, B. E. (2008) Using animal models in biomedical research: A primer for the investigator, Singapore: World Scientific. Committee to Update Science, Medicine, and Animals; Institute for Laboratory Animal Research; Division on Earth and Life Studies & National Research Council (2004) Science, medicine, and animals, Washington, D. C.: National Academies Press.

5 Consulta tra gli altri Sharpe, R. (1994) Science on trial: The human cost of animal experiments, Sheffield: Awareness Books; Croce, P. (1999) Vivisection or science: An investigation into testing drugs and safeguarding health, 2nd ed., New York: Zed. See also: Greek, J. S. & Greek, R. (2000) Sacred cows and golden geese: The human cost of experiments on animals, New York: Continuum; (2003) Specious science: Why experiments on animals harm humans, New York: Bloomsbury Academic.

6 Consulta LaFollette, H. & Shanks, N. (1997) Brute science: Dilemmas of animal experimentation, New York: Routledge; Shanks, N. & Greek, C. R (2009) Animal models in light of evolution, Boca Raton: Brown Walker.

7 Parlamento europeo & Consiglio dell’Unione europea (2010) “Direttiva 2010/63/EU del Parlamento europeo e del Consiglio del 22 settembre 2010 sulla protezione degli animali utilizzati a fini scientifici”, Gazzetta ufficiale dell’Unione europea, 20.10.2010, pp. L. 276/33-79 [consultato il 28 aprile 2017].

8 VanDeVeer, D. & Regan, T. (eds.) (1987) Health care ethics: An introduction, Philadelphia: Temple University Press. Clune, A. C. (1996) “Biomedical testing on nonhuman animals: An attempt at a ‘rapprochement’ between utilitarianism and theories of inherent value”, The Monist, 79, pp. 230-246. Singer, P. (1996) “Ethics and the limits of scientific freedom”, The Monist, 79, pp. 218-229.

HAI BISOGNO DI AIUTO?