Cinque anni dalla Dichiarazione di Cambridge sulla Coscienza

Cinque anni dalla Dichiarazione di Cambridge sulla Coscienza

22 Lug 2017
Cambridge Declaration on Consciousness

Cinque anni fa, nel luglio 2012, un illustre gruppo di scienziati firmò la Dichiarazione di Cambridge sulla Coscienza. Tale dichiarazione afferma che non solo gli umani, ma anche un numero significativo di animali (tra cui non solo vertebrati ma anche molti invertebrati) sono esseri coscienti.

Ciò significa che essi sono senzienti, ossia consapevoli di quello che accade loro: possiedono stati mentali che possono essere positivi o negativi.

Le prove a favore di tale affermazione sono schiaccianti. Come la dichiarazione stessa afferma:

L’assenza di una neocorteccia non sembra precludere ad un organismo l’esperienza di stati affettivi. Prove convergenti indicano che animali non-umani possiedono i substrati neuroanatomici, neurochimici e neurofisiologici degli stati consci assieme alla capacità di esibire comportamenti intenzionali. Conseguentemente, il peso delle prove indica che gli umani non sono unici nel possedere i substrati che generano la coscienza. Gli animali non-umani, inclusi tutti i mammiferi e gli uccelli, e molte altre creature, compresi i polpi, anch’essi possiedono tali substrati neurologici.”

Ciò è molto importante perché la capacità di vivere esperienze positive o negative è ciò che rende un essere vivente vulnerabile. Ci sono ottime ragioni per concludere che questo è ciò che fa la differenza quando si rivolge a qualcuno una considerazione di tipo morale, senza fare discriminazioni.

To be sure, all the evidence concluding that nonhuman animals are sentient was there already before the Cambridge Declaration on Consciousness was proclaimed in 2012. However, this declaration made it possible to state beyond reasonable objections that there is a (long overdue) scientific consensus about this issue. This is what made this declaration so important.

Potete leggerne l’intero testo qui:

Dichiarazione di Cambridge sulla Coscienza

Cinque anni sono pochi, certo, ma in questo arco di tempo si è lavorato molto in difesa degli animali non umani e sono state fornite diverse spiegazioni riguardo all’idea che essi siano pienamente senzienti (per esempio, Animal Ethics è nata dopo la dichiarazione: operiamo in tale ambito solo da pochi anni). Il rifiuto nei confronti della coscienza animale sta iniziando a venire considerato solo come altri punti di vista che cercano di negare concetti sui quali c’è un vero e proprio consenso scientifico, come l’evoluzione in storia naturale. Speriamo che vengano fatti ulteriori progressi in materia nei prossimi anni e che la coscienza animale venga considerata una questione importante.


Ulteriori approfondimenti

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